Un deciso aumento delle accise su sigarette, alcolici e bevande zuccherate è stato confermato dal Governo italiano, con un incremento che si attesta intorno al 50%.
Questa misura, che entrerà in vigore a partire dal prossimo autunno, mira a contrastare le conseguenze negative di questi prodotti sulla salute pubblica e a generare maggiori entrate fiscali per lo Stato. Scopriamo nel dettaglio le motivazioni, le tempistiche e gli effetti attesi di questo provvedimento.
L’aumento delle accise su sigarette, alcol e bevande zuccherate: le ragioni
Il Governo ha deciso di intervenire con un aumento consistente delle imposte su sigarette, alcolici e bevande zuccherate per diverse ragioni, sia di natura sanitaria che economica. In primo luogo, questi prodotti sono riconosciuti come fattori di rischio per malattie cardiovascolari, tumori e altre patologie croniche, con un impatto significativo sui costi del sistema sanitario nazionale. Incrementando il prezzo finale, si punta a disincentivare il consumo, soprattutto tra i giovani e le fasce più vulnerabili della popolazione.

Inoltre, l’inasprimento delle accise rappresenta uno strumento per aumentare le entrate erariali, fondamentali per sostenere le politiche di welfare e di prevenzione sanitaria. L’effetto combinato di questi aumenti dovrebbe ridurre la domanda e, contemporaneamente, rafforzare le risorse disponibili per la sanità pubblica.
Secondo le ultime disposizioni contenute nella legge di bilancio 2025, l’aggravio delle accise sui prodotti in questione sarà applicato a partire dal 1° ottobre 2025. L’aumento stimato è del 50% rispetto agli attuali livelli, con un impatto significativo sui prezzi al dettaglio.
Per quanto riguarda le sigarette, ad esempio, un pacchetto che oggi costa in media 6 euro potrebbe superare i 9 euro entro la fine dell’anno. Analogamente, per gli alcolici si prevede un rialzo che si tradurrà in un aumento variabile a seconda della gradazione e del tipo di bevanda, ma mediamente superiore al 40-50%. Le bevande zuccherate, infine, vedranno un aumento del prezzo che potrà superare il 50%, con l’obiettivo di scoraggiare l’abitudine al consumo quotidiano di zuccheri aggiunti.
Gli esercenti e le aziende di settore stanno già adeguando le proprie strategie commerciali per far fronte a questo nuovo scenario, che potrebbe influire anche sulle abitudini di acquisto dei consumatori.
L’aumento delle accise su sigarette, alcolici e bevande zuccherate si inserisce in un quadro di politiche di salute pubblica orientate alla prevenzione e al contrasto delle malattie legate a stili di vita poco salutari. I dati degli ultimi anni hanno evidenziato come, nonostante gli sforzi di sensibilizzazione, il consumo di tabacco e alcol rimanga elevato, così come quello di bevande ad alto contenuto zuccherino, con conseguenze dirette su obesità, diabete e malattie cardiovascolari.
L’incremento fiscale è quindi visto come un deterrente efficace, in grado di indurre una riduzione del consumo e di favorire scelte più consapevoli da parte dei cittadini. Parallelamente, le maggiori entrate generate saranno destinate a finanziare campagne educative e interventi di assistenza sanitaria.
Sul fronte del mercato, tuttavia, non mancano le preoccupazioni per le possibili ripercussioni economiche. Le industrie produttrici e distributrici temono una contrazione delle vendite e, di conseguenza, una riduzione dei fatturati. Alcuni operatori auspicano un equilibrio tra obiettivi sanitari e sostenibilità economica, suggerendo anche misure di accompagnamento per evitare impatti eccessivi su determinati segmenti di consumatori.
L’aumento delle accise su sigarette, alcol e bevande zuccherate rappresenta una svolta significativa nelle politiche fiscali e sanitarie italiane, con un duplice scopo di tutela della salute e di incremento delle risorse pubbliche. La sfida ora sarà monitorare gli effetti di questa misura nel medio termine, sia sul comportamento dei consumatori sia sulla dinamica del mercato.