Questo quadro, anche se complesso e in continua evoluzione, mette in evidenza la necessità di ripensare integralmente il sistema pensionistico.
La previdenza italiana si appresta a vivere una trasformazione profonda con l’introduzione della cosiddetta previdenza liquida, un modello innovativo che rivede completamente il modo in cui vengono calcolate e gestite le pensioni digitali.

A delineare questo scenario è stata Valeria Vittimberga, direttore generale dell’INPS, nel corso della trasmissione “Codice” su Rai 1, anticipando una rivoluzione che non riguarda soltanto il sistema previdenziale, ma l’intero tessuto socioeconomico del Paese.
La sfida demografica e il valore immateriale del lavoro
Due sono i fattori chiave che rendono inevitabile questa trasformazione. Il primo è rappresentato dalla curva demografica: l’allungamento dell’aspettativa di vita, unito a un drastico calo delle nascite, ha ridotto sensibilmente il numero di lavoratori attivi a fronte di un aumento della popolazione anziana, compromettendo il tradizionale equilibrio del sistema pensionistico. Questo squilibrio richiede una ricalibrazione dei modelli economici e previdenziali.
Il secondo elemento riguarda la natura stessa del lavoro contemporaneo, sempre più caratterizzato da un valore immateriale. Oggi, oltre alla produttività tangibile, ogni lavoratore contribuisce con informazioni, dati e soluzioni che rimangono “depositate” nei sistemi digitali delle imprese e delle comunità. Questi contributi intangibili, definibili come “scie digitali”, sono alla base di processi di innovazione continua, personalizzazione e ottimizzazione, soprattutto nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Previdenza digitale: il ruolo del “gemello digitale”
La proposta di Vittimberga è di agganciare il sistema previdenziale al valore complessivo – materiale e immateriale – prodotto da ogni cittadino durante la sua vita lavorativa. Questo significa misurare e contabilizzare anche la quota immateriale che persiste e continua a generare valore anche dopo il pensionamento del lavoratore.
In pratica, un “gemello digitale” potrebbe rappresentare e gestire tale contributo nel tempo, assicurando una rendita pensionistica più aderente ai reali risultati prodotti.

Questo approccio consentirebbe di integrare nel sistema contributivo le nuove tecnologie digitali, che oggi risultano ancora sottovalutate nei tradizionali schemi contabili. La digitalizzazione e l’introduzione crescente di agenti intelligenti verticali (Agent A.I.) stanno infatti generando un patrimonio immateriale enorme e in continua espansione, che può rappresentare una “miniera” di valore per l’economia e, di riflesso, per la previdenza.
Verso una carriera intermittente e un welfare flessibile
Parallelamente, si sta affermando una nuova cultura lavorativa, soprattutto tra le nuove generazioni, che privilegia la sostenibilità e la qualità della vita. Sempre più giovani sospendono periodi di lavoro per prendersi pause rigenerative o per dedicarsi alla formazione, disegnando percorsi professionali intermittenti e personalizzati.
Questo fenomeno, già diffuso in Francia, Stati Uniti e Italia, impone una riforma del modello previdenziale e del sistema dei servizi di welfare, che dovranno diventare più “liquidi” e adattabili, in grado di seguire queste carriere non lineari.
Il welfare futuro dovrà quindi essere flessibile anche nei servizi essenziali, dalla sanità all’istruzione, passando per il sostegno abitativo, per accompagnare i lavoratori in un percorso sempre più dinamico e modulare.