Cartelle Esattoriali addio, ora è ufficiale: gli italiani stentano a crederci

Una notizia che potrebbe cambiare la giornata di molti: possiamo dire addio alle cartelle esattoriali, ora è ufficiale.

È ufficiale: con l’entrata in vigore della riforma della riscossione nel 2024, il discarico automatico delle cartelle esattoriali rappresenta una svolta significativa per milioni di contribuenti italiani.

Uomo legge documento
Addio alle cartelle esattoriali: l’annuncio, cosa sta succedendo – Ispacnr.it

Questa misura, che prevede la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali più datate e considerate inesigibili, ha suscitato grande interesse ma anche molte perplessità tra i cittadini, che faticano ancora a comprenderne appieno le implicazioni e i tempi di applicazione.

Discarico automatico delle cartelle esattoriali: cos’è e come funziona

Introdotto ufficialmente dal decreto legislativo n. 33 del 24 marzo 2025 e operativo dal 1° gennaio 2026, il discarico automatico e anticipato delle cartelle esattoriali è una misura che consente l’azzeramento d’ufficio delle posizioni debitorie più vecchie di cinque anni, purché vengano considerate inesigibili dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Non tutte le cartelle saranno cancellate e non tutti i contribuenti potranno usufruire di questa agevolazione. Il legislatore ha infatti escluso che si tratti di un condono generalizzato, limitando l’intervento ai casi in cui il recupero del credito risulti impossibile per ragioni oggettive, come la mancanza di beni aggredibili o redditi esigibili da parte del debitore.

Tra i destinatari del discarico rientrano, quindi, i cosiddetti nullatenenti, ovvero quei contribuenti privi di patrimoni, conti correnti o redditi sufficienti a garantire il pagamento delle somme dovute. Anche soggetti falliti o deceduti senza eredi sono inclusi nel perimetro della misura, che mira a ridurre il carico burocratico e gestionale per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, spesso alle prese con posizioni debitorie ormai irrecuperabili. Il provvedimento non è ancora pienamente operativo: la sua applicazione scatterà solo a partire dal 2026.

Fino ad allora, le cartelle più vecchie di cinque anni potranno continuare a comparire negli estratti di ruolo e nei solleciti di pagamento, generando confusione tra i contribuenti. È importante sottolineare che la cancellazione automatica non equivale a un condono del debito. Le somme dovute non vengono infatti azzerate definitivamente, ma semplicemente spostate dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione all’ente creditore originario, come Regioni, Comuni o altri enti locali. Ad esempio:

  • Nel caso di un debito relativo al bollo auto, il credito tornerà alla Regione di competenza;
  • Per le multe, il debito farà capo al Comune che ha emesso la sanzione;
  • Stesso discorso vale per tributi locali quali IMU, TARI o TASI.
Calcolo tasse
Perché diremo addio alle cartelle esattoriali – Ispacnr.it

A questo punto, sarà l’ente creditore a decidere se rinunciare definitivamente al recupero o se rivalutare la posizione, eventualmente affidandola nuovamente alla riscossione, anche attraverso altri concessionari. L’introduzione del discarico automatico risponde a due principali esigenze: alleggerire il carico di lavoro e le banche dati dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e razionalizzare le attività di recupero concentrandole solo su posizioni realisticamente esigibili. Ogni anno, infatti, l’Agenzia si trova a gestire milioni di posizioni debitorie che risultano, di fatto, impossibili da riscuotere, generando uno spreco di risorse pubbliche e un sovraccarico burocratico.

Eliminando automaticamente le cartelle considerate inesigibili, si punta a migliorare l’efficienza del sistema di riscossione e a evitare inutili solleciti a contribuenti che non possono pagare. I dubbi e le domande dei cittadini, come quella di un utente che ha segnalato la presenza di cartelle vecchie di oltre cinque anni e di importo basso nel proprio estratto di ruolo, trovano risposta proprio in questa nuova normativa: la cancellazione automatica scatterà solo dal 2026 e solo per le cartelle che rientrano nei parametri di inesigibilità stabiliti dalla legge, non immediatamente e non per tutte le posizioni.

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