Questo errore vi farà perdere tutti gli arretrati dell’Assegno Unico: moltissime persone non riceveranno i soldi extra.
Con la scadenza del 30 giugno 2025 si è chiusa definitivamente la possibilità di recuperare gli arretrati dell’Assegno unico e universale per i figli a carico relativi al quadrimestre marzo-giugno.

Questo passaggio cruciale ha lasciato molte famiglie senza la somma extra spettante, a causa di un errore comune: la mancata presentazione o aggiornamento dell’ISEE entro i termini stabiliti.
Perché molte famiglie perdono gli arretrati dell’Assegno unico
L’Assegno unico viene ricalcolato annualmente sulla base dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) aggiornato. La normativa prevede che senza un ISEE valido presentato entro il 28 febbraio, si riceva automaticamente solo l’importo minimo mensile, fissato quest’anno a 57,50 euro per ciascun figlio minorenne. Tuttavia, chi presenta o aggiorna l’ISEE entro il 30 giugno ha il diritto di ottenere anche gli arretrati per i mesi precedenti dell’anno in corso, che vengono poi accreditati in una soluzione unica nel mese di luglio. Superato questo termine, però, la possibilità di recuperare tali somme decade definitivamente.
Chi aggiorna l’ISEE dopo il 30 giugno vedrà l’assegno ricalcolato solo a partire da agosto, ma non potrà più ricevere alcun rimborso per i mesi mancanti. Questa scadenza rappresenta un punto di svolta per molte famiglie che, a causa di disattenzioni o mancate comunicazioni, rischiano di perdere somme significative che spettano loro di diritto. L’ammontare dell’Assegno unico dipende strettamente dall’ISEE familiare e dalla composizione del nucleo familiare. Le famiglie con redditi più bassi possono percepire fino a 201 euro mensili per ogni figlio, mentre quelle con un ISEE elevato continuano a ricevere soltanto la cifra minima.
Considerando la differenza tra il minimo e il massimo, il mancato aggiornamento dell’ISEE può tradursi in una perdita potenziale superiore a 140 euro al mese per figlio, per il periodo marzo-giugno. Per nuclei con più figli, la somma a cui si rinuncia è quindi particolarmente rilevante, soprattutto per chi fa affidamento su questo sostegno per il bilancio familiare. Proprio per questo motivo è fondamentale procedere tempestivamente con la presentazione o l’aggiornamento dell’ISEE, così da ricevere non solo la quota corretta dell’assegno per i mesi in corso, ma anche gli arretrati spettanti.

Un cambiamento significativo introdotto nel 2025 riguarda il calcolo del patrimonio mobiliare ai fini dell’ISEE. La nuova normativa esclude dal conteggio i titoli di Stato, i buoni fruttiferi postali e i libretti postali fino a un massimo complessivo di 50.000 euro. Questo implica che molte famiglie, che possedevano questi strumenti finanziari nel 2023 (anno di riferimento per l’ISEE 2025), potranno ottenere un indicatore più basso rispetto agli anni precedenti. Un ISEE più favorevole significa un possibile aumento dell’Assegno unico mensile, rappresentando quindi un’opportunità concreta per incrementare il sostegno economico destinato ai figli a carico.
L’INPS ha chiarito che, utilizzando la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) precompilata, questi valori sono esclusi automaticamente dal calcolo dell’ISEE senza necessità di ulteriori documentazioni o adempimenti da parte delle famiglie. L’aggiornamento può essere effettuato rapidamente attraverso il portale online dell’INPS o tramite i Centri di Assistenza Fiscale (CAF), consentendo alle famiglie di beneficiare tempestivamente delle novità normative. L’attenzione al rispetto delle scadenze e la conoscenza delle nuove regole sull’ISEE sono dunque elementi imprescindibili per non perdere diritti economici che possono fare la differenza nel bilancio familiare.