È il dolce più pericoloso al mondo, ma tutti ne vanno matti: come mangiarlo per non morire soffocati

Nel cuore delle tradizioni giapponesi, un dolce apparentemente innocuo si cela dietro un’insidia mortale, fate molta attenzione.

Questo piccolo boccone bianco, dalla consistenza soffice ma incredibilmente tenace, è un simbolo di buon auspicio durante il Capodanno giapponese, ma ogni anno causa numerosi incidenti da soffocamento, soprattutto tra gli anziani.

In Giappone, il Capodanno è un evento sacro, ricco di riti e simbolismi che celebrano la rinascita e la prosperità della famiglia. Tra i cibi immancabili sulle tavole nipponiche in questo periodo c’è il mochi, una pasta ottenuta dal riso glutinoso pestato fino a diventare denso e appiccicoso. Modellato in piccole sfere, il mochi viene spesso farcito con anko – una dolce crema di fagioli rossi – o con gelato alla vaniglia nelle versioni più moderne.

Questo piccolo boccone bianco, dalla consistenza soffice ma incredibilmente tenace, è un simbolo di buon auspicio durante il Capodanno giapponese
Il dolce dal lato oscuro(www.ispacnr.it)

Tuttavia, proprio la sua particolare consistenza gommoso-collaosa rende il mochi un alimento rischioso. Durante la masticazione, la sua pasta può aderire violentemente al palato e, in casi tragici, ostruire le vie respiratorie, provocando soffocamenti spesso fatali. Ogni anno, le cronache giapponesi riportano decine di decessi causati da questo dolce tradizionale, con una prevalenza tra le persone anziane. Per questo motivo, prima dell’inizio del nuovo anno, le autorità rilasciano puntuali avvisi di sicurezza, invitando a tagliare il mochi in piccoli pezzi e a masticarlo con estrema attenzione.

La preparazione del mochi: un rito antico e impegnativo

Il processo di preparazione del mochi è un vero e proprio rituale che richiede tempo, forza e collaborazione. Si parte dal riso glutinoso, una varietà ricca di amido che conferisce quella caratteristica elasticità al prodotto finale. Il riso viene cotto al vapore e poi battuto con un grande martello di legno in un mortaio, spesso a due mani: uno pesta e l’altro gira l’impasto per ottenere una massa liscia e omogenea.

Successivamente, la pasta viene suddivisa in porzioni più piccole e lavorata con mani infarinate di amido di mais per evitare che si attacchi. Al centro di ogni sfera si può inserire una farcitura, che spazia dall’anko alle marmellate, alla ganache o al matcha, il tè verde in polvere dal sapore intenso. Il mochi può essere consumato fresco, leggermente tostato o addirittura congelato, come nelle varianti ripiene di gelato, che risultano più facili da masticare ma comunque da trattare con cautela.

L’attrazione per il mochi non si limita al suo gusto unico, ma affonda le radici nella sua forte valenza simbolica.
Perché il mochi resiste nella cultura giapponese nonostante i rischi?(www.ispacnr.it)

L’attrazione per il mochi non si limita al suo gusto unico, ma affonda le radici nella sua forte valenza simbolica. Questo dolce è molto più di un semplice dessert: rappresenta l’unione familiare, la prosperità e il rinnovamento, qualità fondamentali per il rito del Capodanno giapponese. Rinunciare al mochi significherebbe per molti giapponesi perdere un legame con la tradizione e la memoria collettiva, un po’ come togliere il panettone dal Natale italiano.

Il sapore del mochi è difficile da descrivere a chi non l’ha mai assaggiato: un perfetto equilibrio tra morbidezza e resistenza, con una dolcezza delicata che si accompagna a sensazioni tattili insolite per un dolce. Mangiare il mochi richiede attenzione, pazienza e rispetto, poiché non è un alimento da gustare distrattamente.

Consigli per gustare il mochi in sicurezza

Chi desidera provare questo dolce tradizionale deve tenere presenti alcune precauzioni fondamentali per evitare incidenti:

  • Tagliare il mochi in piccoli pezzi, sempre.
  • Masticare lentamente e con attenzione, senza fretta.
  • Evitare il consumo di mochi in caso di difficoltà nella deglutizione o per persone molto anziane.
  • Non offrire mai il mochi a bambini piccoli, per il rischio elevato di soffocamento.

Queste semplici regole non tolgono nulla al piacere di gustare il mochi, ma aiutano a trasformare un’esperienza gastronomica ricca di storia in un momento sicuro e consapevole.

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