Quasi nessun antibiotico riesce a sconfiggere il batterio che terrorizza la popolazione: i medici lanciano l’allarme

I medici lanciano un gravissimo allarme: questo batterio riesce a resistere ai più comuni antibiotici: cosa sta accadendo.

Negli ultimi anni, la crescente resistenza agli antibiotici ha assunto proporzioni preoccupanti, sollevando un allarme che risuona in tutto il mondo. Gli antibiotici, scoperti nel XIX secolo grazie ai pionieristici studi di Louis Pasteur, hanno rappresentato un punto di svolta nella lotta contro le infezioni batteriche.

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Questo batterio riesce a resistere a tutti gli antibiotici: l’allarme dei medici – Ispacnr.it

Tuttavia, l’uso indiscriminato di questi farmaci ha portato a un adattamento dei batteri, rendendo sempre più difficile il loro trattamento. Tra i patogeni che destano maggiore preoccupazione emerge il batterio Mcr-1, che ha dimostrato una resistenza quasi totale agli antibiotici, inclusa la Colistina, che era considerata l’ultima risorsa.

Questo batterio è resistente a qualsiasi antibiotico

La resistenza agli antibiotici è un fenomeno complesso che ha radici nelle pratiche mediche e nell’uso quotidiano di questi farmaci. La somministrazione eccessiva e non necessaria di antibiotici ha portato i batteri a sviluppare meccanismi di difesa sempre più sofisticati. Gli antibiotici, infatti, sono efficaci solo contro le infezioni batteriche e non hanno alcun effetto sui virus, come quelli responsabili delle comuni influenze o raffreddori. L’uso improprio di questi farmaci, che spesso viene giustificato da una mentalità diffusa di “prevenzione”, ha contribuito a una crisi globale che minaccia la salute pubblica.

Il batterio Mcr-1, scoperto per la prima volta in Cina, è stato segnalato anche in altri paesi, tra cui gli Stati Uniti. Questo batterio ha sviluppato una resistenza alla Colistina, un antibiotico usato come ultima spiaggia per combattere le infezioni da batteri multiresistenti. La preoccupazione principale è che, in caso di infezione da Mcr-1, anche le più comuni procedure chirurgiche, come un’appendicectomia, possano comportare rischi mortali a causa della possibilità di infezioni che non possono essere trattate.

La comunità scientifica è costantemente impegnata nella ricerca di nuove strategie per combattere i batteri resistenti. La scoperta di nuovi antibiotici è fondamentale, ma il processo è lungo e complesso. La Colistina, ad esempio, pur essendo un’opzione terapeutica, presenta significativi effetti collaterali, in particolare a carico dei reni. La ricerca sta cercando di sviluppare farmaci più tollerabili e mirati, ma il tempo stringe. Ogni anno, circa 700.000 persone muoiono a causa di infezioni provocate da batteri resistenti, un numero che potrebbe aumentare drasticamente se non si interviene con urgenza.

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Allarme dei medici: gli antibiotici non possono fare nulla contro questo batterio – Ispacnr.it

La diffusione di Mcr-1 è allarmante: in alcune regioni asiatiche, si stima che il 25% dei pazienti ricoverati in ospedale sia portatore di questo batterio. La gravità della situazione è ulteriormente aggravata dalla rinascita di malattie che si pensavano sotto controllo, come la tubercolosi, che è comparsa nuovamente in aree del mondo dove le condizioni sanitarie sono precarie. Gli antibiotici sono fondamentali non solo per il trattamento delle infezioni, ma anche per il successo di molte procedure mediche. Interventi chirurgici, trapianti di organi, chemioterapia e anche estrazioni dentarie complesse richiedono la somministrazione di antibiotici per prevenire infezioni post-operatorie. La possibilità di dover affrontare un’infezione non trattabile rappresenta un rischio inaccettabile per la salute dei pazienti e per la sicurezza delle strutture sanitarie.

Tuttavia, la responsabilità non ricade solo sui medici che prescrivono antibiotici. Esiste una mentalità diffusa che porta a considerare questi farmaci come una soluzione rapida a tutti i mali, portando i pazienti a richiederli anche in assenza di indicazioni cliniche. Alcuni medici, consapevoli del problema, adottano approcci alternativi, cercando di esplorare prima tutte le altre opzioni terapeutiche prima di prescrivere antibiotici. I batteri, organismi unicellulari, presentano una diversità straordinaria. Alcuni, definiti “buoni”, sono essenziali per il nostro organismo, contribuendo a processi vitali come la digestione e l’assorbimento dei nutrienti. Altri, invece, sono patogeni e possono causare gravi infezioni. La loro capacità di adattarsi e evolversi è parte integrante della loro natura, ma in questo caso, rappresenta una minaccia per la salute pubblica.

Le infezioni batteriche non trattate possono portare a complicazioni severe, come la sepsi, una condizione potenzialmente letale che può verificarsi quando il corpo risponde a un’infezione in modo eccessivo. È quindi fondamentale che gli antibiotici disponibili siano efficaci e che le pratiche mediche siano riviste per garantire la sicurezza dei pazienti. In questo contesto, è cruciale che la comunità scientifica e i professionisti della salute lavorino insieme per affrontare questa crisi di resistenza agli antibiotici, promuovendo una cultura di utilizzo consapevole e responsabile, e investendo nella ricerca di nuove soluzioni terapeutiche.

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