Aumentano le tasse sulla casa nel 2025? Quante, e cosa, pagheranno gli italiani quest’anno

Sono tante, tantissime, le tasse che i possessori di una casa devono pagare in Italia. Ecco una carrellata che non vi piacerà

Investire nel mattone è sempre stato un pilastro dell’economia italiana e un modo tradizionale di impiegare i risparmi. Tuttavia, la proprietà immobiliare comporta un insieme di obblighi fiscali che possono sorprendere anche i più esperti. Spesso si crede che l’unica tassa da considerare sia l’IMU, ma la realtà è ben più complessa. In questo articolo, esploreremo le varie tasse legate alla proprietà immobiliare, dai costi iniziali all’imposta sulle locazioni e alle plusvalenze, fino alle recenti novità riguardanti le ristrutturazioni.

Tasse casa
Tutte le tasse sulla casa – (ispacnr.it)

Possedere un immobile in Italia significa far fronte a una serie di obblighi fiscali che si estendono dall’acquisto alla vendita, passando per la tassazione delle locazioni e le imposte comunali. È fondamentale per i proprietari immobiliari essere consapevoli di queste tasse per pianificare adeguatamente le proprie spese e ottimizzare la propria situazione fiscale.

Tutte le tasse sulla casa

Il primo passo verso la proprietà immobiliare è l’acquisto, un momento cruciale che segna l’inizio di un lungo elenco di obblighi fiscali. Al momento dell’acquisto, l’acquirente è tenuto a versare diverse imposte, tra cui:

Tasse sulla casa, IMU
L’IMU è solo una delle tasse sulla casa – (ispacnr.it)
  1. Imposta di Registro: Questa imposta varia a seconda che l’acquisto sia effettuato da un privato o da un’impresa. Se si acquista da un’impresa, si applica l’IVA con aliquote differenti: il 4% per la prima casa, il 10% per le seconde case e il 22% per le abitazioni di lusso. Se l’acquisto avviene da un privato, si versa l’imposta di registro, che è del 2% per la prima casa e del 9% per le successive.
  2. Imposte Catastale e Ipotecaria: Queste imposte variano tra i 50 e i 200 euro, a seconda dell’ente da cui si acquista l’immobile. La loro applicazione è indipendente dal fatto che si tratti di un acquisto da un privato o da un’impresa.

Una volta acquisita la proprietà, le tasse non finiscono. L’IMU (Imposta Municipale Unica) e la Tari (Tassa sui Rifiuti) sono le principali imposte da considerare.

  1. IMU: L’IMU si applica alla seconda casa e agli immobili di lusso. Per l’abitazione principale, l’imposta è esente, ma non per le pertinenze. Gli importi variano in base al comune di residenza e alle caratteristiche dell’immobile. È importante notare che l’IMU è calcolata sulla base del valore catastale dell’immobile e può subire variazioni a seconda delle politiche fiscali comunali.
  2. Tari: La Tari è una tassa comunale che si paga per il servizio di raccolta dei rifiuti. Anche se non si abita nell’immobile, l’imposta deve comunque essere versata. Le esenzioni esistono, ma variano da comune a comune. Riduzioni sono previste per nuclei familiari composti da una sola persona o per immobili utilizzati solo stagionalmente.

L’Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) può entrare in gioco per i proprietari di più immobili. Se un contribuente possiede due case nello stesso comune, e una di queste è la prima abitazione, il 50% della rendita catastale della seconda casa verrà considerato nel calcolo del reddito imponibile. Questo implica che, anche se l’immobile è sfitto, influisce comunque sul reddito fiscale del proprietario.

Possedere immobili da affittare comporta ulteriori obblighi fiscali. I proventi da locazione sono soggetti a tassazione, che può avvenire in due modi:

  1. Regime Ordinario: In questo caso, i canoni di locazione sono inclusi nel reddito imponibile e tassati con l’Irpef.
  2. Cedolare Secca: Questo regime prevede una tassazione separata del 10% o del 20%, a seconda della posizione dell’immobile. Per affitti brevi, la cedolare secca è aumentata al 26% a partire dal 2024, un cambiamento significativo per chi gestisce locazioni a breve termine.
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