Una sentenza storica del Tribunale del Lavoro di Ferrara ha sancito un importante precedente nella tutela dei diritti dei dipendenti pubblici.
In particolare, due direttori dell’Unità operativa complessa del Sant’Anna hanno ottenuto un risarcimento complessivo di 140 mila euro, comprensivo di capitale, interessi e spese legali, a fronte di ferie accumulate e mai usufruite. Questo verdetto rappresenta un’ulteriore conferma dell’orientamento giurisprudenziale volto a garantire il rispetto e l’effettiva applicazione dei diritti contrattuali dei lavoratori pubblici.

I diritti personali costituiscono il fondamento della libertà e della dignità di ogni individuo, assicurando il rispetto della propria identità, della privacy e della sicurezza. Nel contesto lavorativo, la protezione di tali diritti si traduce nella possibilità di esercitare autonomamente scelte fondamentali, come quelle relative al godimento delle ferie. La recente sentenza evidenzia come la tutela di questi diritti non sia solo un dovere individuale, ma un impegno collettivo indispensabile per garantire equità e giustizia nella società.
Il tribunale ha infatti respinto la tesi secondo cui il potere di autodeterminazione sulle ferie da parte dei dirigenti possa giustificare la rinuncia o il differimento delle stesse, equiparandolo addirittura alle dimissioni volontarie. Pertanto, il medico dirigente non ha l’onere di dimostrare motivazioni organizzative che impediscano la fruizione delle ferie, consolidando così il principio secondo cui il diritto alla pausa lavorativa è imprescindibile e non subordinabile a esigenze aziendali non comprovate.
L’indennizzo per le ferie non godute e la sua applicazione
L’importo liquidato ai due professionisti è stato calcolato applicando l’articolo 33, comma 10 del CCNL di riferimento, che prevede un’indennità giornaliera di circa 380 euro. Questo riconoscimento economico si aggiunge a un filone giurisprudenziale ormai consolidato che tutela i lavoratori pubblici in casi analoghi. Solo nel 2025, infatti, sono state emesse oltre 300 sentenze favorevoli alla monetizzazione delle ferie non fruite, con un totale di più di 2,5 milioni di euro riconosciuti ai dipendenti pubblici.
La direttiva europea 2003/88/CE, fondamentale per questo ambito, riconosce il diritto alle ferie annuali retribuite come un diritto irrinunciabile, prevedendo che la loro monetizzazione possa avvenire esclusivamente alla cessazione del rapporto di lavoro. Questo aspetto è cruciale per garantire che i lavoratori possano godere di un reale periodo di riposo, essenziale per la salute e il benessere psicofisico, senza che la rinuncia sia imposta da pressioni o condizioni lavorative.

La battaglia per il riconoscimento e la monetizzazione delle ferie non godute da parte dei dipendenti pubblici è iniziata nel 2017. Bruno Borin, responsabile del team legale di Consulcesi & Partners, sottolinea come ogni sentenza rafforzi la consapevolezza dei lavoratori nel far valere i propri diritti, spesso lesi nel passato. Lo studio legale, forte di centinaia di successi, continua a fornire assistenza specializzata e un network di supporto per chi ritiene di aver subito ingiustizie in ambito lavorativo.
L’impegno di Consulcesi & Partners si inserisce in un quadro di crescente attenzione giuridica verso la tutela dei lavoratori pubblici, e la sentenza di Ferrara si pone come un punto di riferimento importante per quanti intendano far valere i propri diritti in materia di ferie e riposo compensativo.
Le normative vigenti stabiliscono che tutti i dipendenti pubblici impossibilitati a usufruire delle ferie maturate, per cause indipendenti dalla loro volontà, hanno diritto a una indennità sostitutiva al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Questo principio è oggi riconosciuto e applicato con sempre maggiore frequenza dai tribunali, a tutela della dignità e della salute dei lavoratori pubblici.