Il piano a induzione è un argomento che suscita ancora una certa dose di scetticismo, nonostante la sua crescente popolarità.
Sempre più famiglie e ristoratori scelgono di adottare questo tipo di tecnologia per le loro cucine, persistono alcune preoccupazioni legate alla sicurezza e alla salute.

Le principali questioni riguardano l’emissione di radiazioni elettromagnetiche e la possibile perdita del valore nutrizionale degli alimenti cucinati. Ma quanto c’è di vero in queste preoccupazioni?
Come funziona il piano a induzione
Innanzitutto, è fondamentale comprendere come funziona un piano a induzione. Questa tecnologia si basa sull’induzione elettromagnetica per riscaldare direttamente le pentole. La corrente elettrica che scorre attraverso bobine conduttrici posizionate sotto il piano in vetroceramica genera un campo magnetico. Questo campo si trasferisce alle pentole, producendo calore in modo diretto ed efficiente, riducendo la dispersione di energia rispetto ai metodi tradizionali di cottura.
Uno dei principali timori riguarda le radiazioni elettromagnetiche. E’ importante chiarire che le frequenze utilizzate dai piani a induzione, che variano tra 20 e 100 kHz, sono paragonabili a quelle di numerosi altri dispositivi domestici. Televisori, computer, radio e persino lampadine a risparmio energetico emettono frequenze simili. La Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) ha stabilito limiti di sicurezza che i piani a induzione rispettano ampiamente. Per esempio, la radiazione magnetica di riferimento non deve superare i 6,25 microtesla (μT) a una distanza di 30 cm dalla zona di cottura, e ciò solo se la piastra è completamente coperta da una pentola.
In Svizzera, il Ministero della Salute ha confermato che il valore di sicurezza per le emissioni elettromagnetiche non viene superato se chi cucina mantiene una distanza di 5-10 cm dal piano, indipendentemente dal numero di piastre in funzione. Questa indicazione fornisce un ulteriore livello di sicurezza per gli utenti, dissipando ulteriori timori sull’uso quotidiano.

Un’altra preoccupazione riguarda la possibilità che la cottura a induzione possa alterare il valore nutrizionale degli alimenti. Non esiste alcuna prova scientifica a supporto di questa affermazione. Gli studi attuali non mostrano differenze significative nella composizione chimica degli alimenti cotti su piani a induzione rispetto a quelli cucinati con metodi più tradizionali. La modalità di cottura, infatti, non influisce in modo rilevante sui valori nutritivi degli alimenti, né genera sostanze nocive.
Oltre a sfatare i miti legati alla salute, è utile considerare i vantaggi pratici del piano a induzione. Uno dei suoi principali punti di forza è l’efficienza energetica. Rispetto ai fornelli a gas, i piani a induzione riscaldano le pentole molto più rapidamente, riducendo il tempo di cottura e quindi il consumo energetico complessivo. Questo è dovuto alla loro capacità di trasferire quasi tutto il calore generato direttamente alla pentola, con una dispersione minima nell’ambiente.
Inoltre, i piani a induzione offrono un controllo della temperatura molto più preciso rispetto alle alternative tradizionali. Questo livello di precisione è particolarmente apprezzato da chef professionisti e appassionati di cucina che necessitano di un controllo accurato per preparazioni complesse.