Questi meccanismi evidenziano come il sistema previdenziale italiano riconosca e valorizzi il ruolo delle donne lavoratrici e madri.
L’uscita anticipata dal mondo del lavoro è un tema centrale nel dibattito previdenziale italiano, soprattutto per le donne che spesso affrontano carriere lavorative discontinue a causa degli impegni familiari.
Tuttavia, il sistema di pensionamento italiano prevede diverse agevolazioni pensionistiche dedicate alle donne, che consentono di andare in pensione anche prima dei requisiti ordinari, sfruttando vantaggi legati alla maternità e a condizioni specifiche.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la pensione anticipata per le donne è più accessibile rispetto al passato. Le normative attuali individuano almeno tre canali che permettono alle lavoratrici di andare in pensione tra i 59 e i 66 anni, anche in presenza di carriere contributive non sempre continue.
Il primo e più noto strumento è Opzione Donna, una misura riservata esclusivamente alle donne che consente di andare in pensione a partire dai 59 anni di età, previo versamento di almeno 35 anni di contributi entro dicembre 2024. L’importante novità è che questa opzione prevede un calcolo interamente contributivo, più penalizzante rispetto al sistema retributivo, ma consente un’uscita anticipata significativa.
L’accesso a Opzione Donna è riservato a categorie specifiche:
Per caregiver e invalide, l’età minima per la pensione varia anche in base al numero di figli: 59 anni con almeno due figli, 60 anni con un figlio, 61 anni senza figli.
Non tutte le lavoratrici raggiungono i 35 anni di contributi richiesti da Opzione Donna. Per chi ha almeno 20 anni di versamenti, esiste la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva con una riduzione dell’età anagrafica, grazie agli sconti previsti per le madri.
In particolare, l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni) o anticipata contributiva (64 anni) può essere ridotta di:
Questa agevolazione si applica alle donne il cui primo accredito contributivo obbligatorio è successivo al 31 dicembre 1995. Ad esempio, con 4 o più figli, l’età di uscita anticipata può scendere fino a 65 anni e 8 mesi per la pensione di vecchiaia, o a 62 anni e 8 mesi per quella anticipata contributiva.
Un ulteriore beneficio riguarda la possibilità di recuperare i mesi non utilizzati: chi non ha richiesto subito l’agevolazione può applicarla alla domanda di pensione, ottenendo anche gli arretrati.
Oltre all’anticipo dell’età pensionabile, le madri godono di vantaggi anche nel calcolo dell’importo della pensione. Per le pensioni anticipate con metodo contributivo, l’importo deve essere almeno pari a tre volte l’assegno sociale, ma questo limite si riduce per le donne con figli:
Nel caso delle pensioni di vecchiaia, l’importo minimo richiesto corrisponde all’assegno sociale, indipendentemente dalla presenza di figli.
Un ulteriore beneficio riguarda il coefficiente di trasformazione, che determina l’importo della pensione in base all’età al momento del pensionamento. Le madri con almeno 3 figli possono usufruire di un coefficiente più favorevole di due anni, mentre chi ha 1 o 2 figli ha un miglioramento di un anno. Questo si traduce in una pensione più alta a parità di contributi versati.
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