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TARI, già da maggio non la devi pagare più: in pochi lo sanno, ma così risparmi tantissimi soldi

Con la giusta informazione e un impegno nella raccolta differenziata, il sogno di abolire la TARI diventa una realtà più vicina.

La tassa sui rifiuti, conosciuta come TARI, rappresenta un onere significativo per molte famiglie italiane. Tuttavia, c’è una notizia che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui affrontiamo questo obbligo: a partire da maggio 2025, è possibile non pagare più la TARI, a condizione di rispettare alcune normative relative alla raccolta differenziata.

Tari, novità a maggio – ispacnr.it

Questo articolo esplorerà come sia possibile ottenere un risparmio notevole e quali sono i requisiti necessari per accedere a questa opportunità.

Cos’è la TARI?

La TARI è stata introdotta nel 2013 con l’obiettivo di semplificare il sistema di tassazione legato alla gestione dei rifiuti. Essa sostituisce la precedente Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) e il Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES). Sono tenuti a pagare la TARI tutti coloro che possiedono immobili o aree scoperte che possono generare rifiuti.

Fino a poco tempo fa, il pagamento della tassa avveniva in due rate: l’acconto entro il 30 aprile e il saldo entro il 2 dicembre. Tuttavia, per il 2025, la scadenza è stata unificata al 16 dicembre, e sono state introdotte diverse agevolazioni, come uno sconto del 10% per le famiglie numerose.

La raccolta differenziata e i rimborsi

Una delle principali novità che interesseranno i contribuenti a partire da maggio 2025 è la possibilità di non pagare più la TARI, a patto di effettuare correttamente la raccolta differenziata. Infatti, il governo ha stabilito che le famiglie che dimostrano un impegno attivo nella separazione dei rifiuti possono ricevere un rimborso significativo, che può arrivare fino a 300 euro. Questo rappresenta un notevole vantaggio economico, soprattutto per le famiglie che si trovano ad affrontare spese mensili sempre più elevate.

I rimborsi attesi – ispacnr.it

Secondo quanto riportato dal sito ufficiale del Comune, i rimborsi verranno erogati automaticamente a coloro che soddisfano i requisiti di raccolta differenziata e che non hanno accumulato debiti verso l’ente locale. Questo significa che, se si rispettano le regole di smaltimento, è possibile vedere un ritorno economico tangibile e liberarsi di un peso fiscale.

Come funzionano i rimborsi?

Il meccanismo dei rimborsi è legato a una serie di parametri che il Comune deve considerare. La legge n° 147 del 2013 prevede che la riduzione della quota variabile della TARI sia proporzionale alle quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani. Questo implica che, se un cittadino riesce a ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati, può ottenere una riduzione della tassa. Inoltre, i Comuni possono applicare riduzioni fino al 40% in zone dove non è effettuata la raccolta porta a porta.

Un altro aspetto interessante è la possibilità per le famiglie di richiedere un Bonus rifiuti, attivabile se l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) non supera una certa soglia. Questa misura è volta a sostenere le famiglie in difficoltà economica e a incentivare comportamenti ecologicamente responsabili.

Chi può beneficiare di queste agevolazioni?

Sebbene le agevolazioni siano pensate per un’ampia gamma di cittadini, esistono specifiche categorie che possono trarre maggiori vantaggi dalle nuove disposizioni. Le famiglie numerose, ad esempio, possono beneficiare di sconti significativi sulla tassa, mentre le famiglie con un reddito basso possono ottenere il bonus che permette di azzerare completamente la TARI.

È importante sottolineare che l’agevolazione viene riconosciuta automaticamente, quindi non è necessario inviare domande formali o complicate pratiche burocratiche. Tuttavia, è fondamentale che i cittadini siano informati riguardo alle modalità di raccolta dei rifiuti e rispettino le normative comunali, per assicurarsi di non perdere queste opportunità.

Ilaria Broglio

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