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Inaugurato ufficialmente il 21 settembre, nella Sala Murat di Bari e, conclusosi il giorno 25 dello stesso mese, il “Made in Italy Agroalimentare” si è sviluppato attraverso un’ articolata serie di eventi divulgativi volti ad illustrare le affascinanti innovazioni connesse con la dieta mediterranea, le filiere tipiche regionali (olio, vino, lattiero-casearia, cerealicolo-pastaria, ortofrutta, ittica etc), il know-how dell’industria agroalimentare e, ancora, l’evoluzione e l’innovazione nei processi di modificazione dell’ambiente rurale e del paesaggio agricolo.
Nello specifico, il contributo dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari all’evento, si è concretizzato con la partecipazione a 6 exhibit, 3 workshop e 2 caffè scientifici ed ha visto la partecipazione di un’incoraggiante numero di presenze.
Riportiamo di seguito alcune significativi momenti, che hanno visto protagonisti il personale del nostro Istituto durante i vari eventi dell’iniziativa ” Made in Italy Agroalimentare”.
L’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del Cnr sviluppa le sue attività sulla direttrice “glocal”, da una parte l’attenzione continua al Territorio di riferimento dall’altra l’intensa attività di collaborazioni e partnership con Istituzioni e ricercatori di tutto il mondo. Sono infatti 8 i ricercatori presenti a vario titolo nell’istituto nel mese di ottobre, in rappresentanza di 6 nazioni (Costa d’Avorio, Grecia, Indonesia, Portogallo, Stati Uniti e Venezuela) e di quattro diversi Continenti.
Progetto P.R.I.M.E. Funzionamento dei prototipi “Setaccio rotativo” e “Biotrituratore”
Venerdi 3 febbraio 2012 è stata condotta una prova dimostrativa di funzionamento dei prototipi “Setaccio rotativo” e “Biotrituratore” presso il porticciolo di cala Portecchia (Mola di Bari, BA), in occasione della visita del delegato dell’Unione Europea, Dott. Enrico Quaglino, per il Progetto LIFE+09 ENVIRONMENT “Posidonia Residues Integrated Management for Ecosustainability” (P.R.I.M.E.). Il sito è stato scelto in quanto rappresentativo delle problematiche legate all’ingente accumulo di residui di posidonia spiaggiati e della loro gestione.
Gli accumuli costieri di posidonia spiaggiata (banquettes) sono caratterizzati dall’elevata presenza di sabbia frammista ai residui vegetali. Durante le operazioni di rimozione delle biomasse spiaggiate vengono normalmente asportati dalle spiagge enormi quantitativi di sabbia e sedimento in genere, con ripercussioni negative sull’ecosistema e sul bilancio sedimentario delle coste. Inoltre, la presenza di sabbia rende inadatti i residui al compostaggio e, nella denegata ipotesi di conferimento in discarica, ne aumenta il peso e quindi il costo di smaltimento. I due prototipi, realizzati da TECOMA DRYING TECHNOLOGY in collaborazione con ISPA-CNR ed Eco-logica s.r.l., partner del progetto P.R.I.M.E., sono in grado di separare i residui di posidonia dalla sabbia ad essi frammista (e da altri materiali estranei eventualmente presenti), operazione necessaria per la rimozione ecosostenibile di tali biomasse dalle coste, e di ridurre le dimensioni dei residui per rendere più efficienti le operazioni di trasporto e preparare il materiale ad eventuali trattamenti successivi. Il principio alla base del funzionamento del “Setaccio rotativo” è quello di lavare e setacciare i residui di posidonia con acqua di mare, in modo da asportare la sabbia frammista al materiale e ridepositarla sulla spiaggia insieme all’acqua utilizzata per il lavaggio; la macchina è poi abbinata ad un biotrituratore con lame apposite in grado di sminuzzare il materiale in questione. I test condotti fino ad ora mostrano la validità del principio adottato, in quanto i residui che si ottengono al termine del processo sono effettivamente privi di sabbia e materiali estranei.
Il progetto P.R.I.M.E. “Posidonia Residues Integrated Management for Eco-sustainability” è stato finanziato dalla Comunità Europea con il Programma di Iniziativa Comunitaria Life+ (LIFE09 ENV/ IT/000061).
Lo smaltimento dei residui spiaggiati di posidonia (Posidonia oceanica (L.) Delile) incide in maniera ragguardevole sui bilanci di molti comuni costieri che ogni anno effettuano la raccolta, il trasporto e il conferimento in discarica di migliaia di tonnellate di biomasse, che causerebbero altrimenti disagi alla fruizione turistica dei litorali. Lo spiaggiamento dei residui di posidonia, infatti, rappresenta un problema soprattutto per i comuni costieri a maggiore valenza turistica, costretti a ripetute e costose attività di pulizia e smaltimento. Inoltre, in assenza di linee guida definite circa le modalità di intervento e gestione, la rimozione di tali biomasse può provocare danni agli ecosistemi costieri. I residui spiaggiati di posidonia, infatti, specie quando formano le cosiddette banquettes, svolgono una funzione protettiva dei litorali sabbiosi nei confronti dell’erosione, riducendo l’energia del moto ondoso, e trattenendo grandi quantità di sedimenti (sabbia).
Il progetto P.R.I.M.E. ha l’obiettivo di definire un Sistema Integrato di Gestione dei residui spiaggiati di posidonia, che consenta di cogliere e valutare tutti gli aspetti legati all’ecosistema marino e al potenziale riutilizzo degli stessi per uso agricolo. Il progetto si propone di individuare le migliori modalità di recupero delle biomasse spiaggiate e di utilizzare questo materiale organico come ammendante e fertilizzante nei suoli agricoli e/o come substrato per l’ortoflorovivaismo.
Partenariato:Comune di Mola di Bari (Coordinatore), Eco-Logica srl, Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari, ASECO spa e TECOMA srl (beneficiari associati).